- Ariel Shimona Edith Besozzi
IL 25 APRILE HA BISOGNO DELLA BRIGATA EBRAICA

Sento il bisogno di condividere alcune riflessioni in merito alla dolorosa situazione che sta, ancora una volta, ponendo le premesse alla manifestazione per il 25 Aprile.
Ogni anno, noi che abbiamo sfilato sotto le insegne della Brigata Ebraica, siamo stati bersaglio di insulti ed aggressioni da parte di manifestanti propalestinesi (la cui partecipazione è incomprensibile visto che il Gran Muftì di Gerusalemme era alleato di Hitler!), disseminati all'interno di varie associazioni presenti all'interno del corteo.
Risulta quindi necessario porsi una domanda di premessa: possiamo chiamare “festa della liberazione” una ricorrenza che vede al proprio interno il manifestarsi dell'antisemitismo e con questo ci mostra l'evidente presenza nazifascista all'interno particolarmente della sinistra extraparlamentare ma anche nel mondo delle associazioni che si definiscono “pacifiste”?!?
Quando lessi alcuni giorni fa l'articolo di Gianluca Pontecorvo nel quale questi affermava la sua indisponibilità a partecipare alla manifestazione del 25 aprile, ne rimasi colpita e subito difesi la necessità di esserci, di non lasciare che l'ignoranza e l'aggressività l'avessero vinta.
Purtroppo quello che è accaduto in seguito, nel corso della riunione che doveva essere preparatoria e che invece si è trasformata, come testimoniano le cronache, in pesanti minacce nei confronti della Brigata Ebraica, tale da fare sì che perfino l'ANED di Roma decidesse di togliere la propria partecipazione e che anche la Comunità Ebraica, attraverso una comunicazione ufficiale del Presidente Pacifici, comunicasse la propria scelta di non esserci, mi hanno costretta ad aprire una riflessione un poco più articolata.
Credo sia necessario porre alcune basi molto chiare: la legittimità e l'importanza della partecipazione della Brigata Ebraica alle manifestazioni del 25 aprile, in relazione all'importanza simbolica che questa ebbe nella liberazione dal nazifascismo, è fuor di dubbio. Chiunque provi a delegittimare questa presenza è di fatto un negazionista e come tale deve essere considerato e forse (ma non è ancora chiaro dato che siamo in italia!) punito secondo le norme relative.
Ugualmente è necessario dire che la Brigata Ebraica fu un'espressione del nascente Stato d'Israele, a prescindere dalla data di costituzione; la forza della sua presenza e della vocazione democratica ed antifascista di questa formazione, sono le basi e l'anima del rinato Stato d'Israele. Se qualcuno si rende disponibile, dietro le minacce naziste dei neo antisemiti negazionisti propalestinesi, a negare questo assunto fondamentale ed a cedere anche solo di un millimetro rispetto all'assoluto ed incontestabile diritto ad esistere d'Israele entro confini stabili, sicuri e difendibili allora è meglio che la ricorrenza del 25 aprile venga cancellata! Se qualcuno pensa di poter sfilare dietro lo striscione della Brigata Ebraica senza rivendicare la legittimità che le bandiere d'Israele sventolino serene ed orgogliose, con tutte le bandiere degli Stati e delle formazioni che parteciparono alla cacciata dell'occupante nazista, allora è meglio che la ricorrenza del 25 aprile venga cancellata!
Se qualcuno pensa di sfilare senza farsi carico di dire che questo 25 aprile sarà Shabbat e quindi molti di noi, che osservano le mitzvot, non ci saranno ma saranno felici che gli amici sinceri del popolo ebraico, quelli che sono sempre al fianco d'Israele ancora una volta sfileranno coraggiosamente per noi, proprio per garantirci il diritto a vedere riconosciuto il nostro essere ebrei, rispettosi della nostra tradizione e cultura allora è meglio che la ricorrenza 25 aprile venga cancellato!
Ebbene se qualcuno desidera sfilare dietro lo striscione della Brigata Ebraica senza che questi messaggi siano chiari e forti, evidenti per tutti e rispettati da tutti i partecipanti alla sfilata allora che la ricorrenza del 25 aprile venga cancellata!
Perché se a Milano (o in qualsiasi altra città) si sfilerà, senza che siano messe in chiaro queste precondizioni, senza che chiunque voglia sia libero e felice di portare la nostra bandiera, la bandiera di uno Stato che, nonostante sia attaccato da settanta anni è rimasto miracolosamente ed ostinatamente democratico; se qualcuno cadrà nella mostruosa tentazione di fare differenze tra lo spirito ed il valore della Brigata Ebraica e lo spirito ed il valore del rinato Stato d'Israele, non solo avrà perso l'opportunità di riscattare la violenza subita dai nostri amici e fratelli a Roma ma avrà tradito profondamente il senso stesso del 25 aprile e la lotta al nazifascismo che questo giorno dovrebbe poter testimoniare!
Purtroppo il ritardo con cui la storiografia ufficiale ha aperto riflessioni essenziali sul significativo ruolo che ebbero gli ebrei nella resistenza, sull'importanza simbolica che ebbe la Brigata Ebraica nella liberazione dal nazifascismo, hanno fatto si che si costruisse una narrazione della storia che nulla ha a che fare con ciò che fu realmente. Permettendo di fatto l'instaurarsi di alcuni finti miti che ora offrono le basi ai negazionisti antisemiti per sostenere le loro tesi.
Per la sua debolezza intrinseca l'italia ha sempre teso a cercare nell'occultamento e nel travisamento la costituzione dei propri miti fondativi. Questo ha portato ora ad una diffusa volontà di non conoscere la storia. Le conseguenze stanno portando da anni la manifestazione per il 25 aprile ad essere l'antitesi della “Festa per la Liberazione”. Ciò che viene fatto nei confronti della Brigata Ebraica, la falsità dei miti con i quali viene legittimato l'antisemitismo dei propalestinesi potrebbero trasformare nel trionfo del socialfascismo il corteo del 25 aprile.
Perché quel che di democratico e di realmente antifascista ed antinazista rimasto nella penisola italiana possa sopravvivere, è essenziale che la Brigata Ebraica e l'ANED, in tutte le città siano al centro del corteo e che i neonazisti propalestinesi e tutte le associazioni che nulla hanno a che fare con la lotta contro il nazifascismo, non trovino più posto all'interno del corteo. E' necessario che il rispetto per il popolo ebraico, per la sua storia, la sua tradizione, i suoi lutti e per lo Stato d'Israele non siano mai più messi in discussioni, siano elementi costituenti dell'anima antinazista ed antifascista che ancora fatica a determinarsi!
Non parteciperò alla sfilata del 25 aprile a Milano perché è Shabbat. Sono certa che le amiche e gli amici che hanno sfilato in passato con me sapranno rispettare e comprendere questa mia scelta. So che sapranno scegliere di esserci solo ed esclusivamente se verrà garantito loro che non sfileranno per un partito italiano che non si è mai particolarmente distinto per il sostegno ad Israele o perché gli ebrei fossero liberi di indossare la kippà, ma sfileranno perché sono, come sempre, con Israele senza se e senza ma!
Sono certa che i rappresentanti della “Brigata Ebraica” gestiranno al meglio la situazione e sapranno evitare qualsiasi ambiguità da parte di chicchessia.
Invito tutti quelli che ancora combattono contro il nazifascismo di destra, sinistra o islamista a partecipare alla festa, organizzata dall'associazione Amici d'Israele, che ci sarà il 26 aprile all'Umanitaria a Milano per celebrare Yom HaAtzmauth (giorno dell'Indipendenza d'Israele). Laici, religiosi e amici insieme a celebrare la riconquistata libertà dopo oltre 2000 anni, con la fondazione dello Stato d'Israele!
“Andammo dal popolo ebraico come l’angelo della vita. Si pensa che un soldato uccida o venga ucciso … ciò che noi facemmo come soldati, fu di trovare delle persone morte e di aiutarle a tornare alla vita.”
Hanoch Bartow – Brigata Ebraica
Questa è la Brigata Ebraica, e chi la insulta, la dileggia, e la minaccia è per la morte e per l'eliminazione degli ebrei, l'annichilimento della libertà e dell'intera umanità.
Ariel Shimona Edith Besozzi
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