top of page
  • Ariel Shimona Edith Besozzi

Ci difenderemo perché amiamo la vita


​Da quando gli attentati si sono fatti intensi e sempre più aggressivi mi sono scoperta incapace di prendere parola, mentre lo scorso anno, in occasione dell'aggressione da pare di hamas dalla striscia di gaza con missili continui su Israele sono riuscita a dire con chiarezza, oggi mi accorgo di essere quasi incapace di sentire, non soltanto di dire.

Confesso d'essermi sentita in colpa, non tanto perché creda di poter fare la differenza con quello che scrivo, quanto perché sento di avere il dovere morale di dire qualcosa mentre i cittadini di Israele vivono queste aggressioni. Sono convinta che sia diritto di ogni singolo ebreo fare ritorno a Sion, se lo desidera, e credo che l'amore grande per la Terra d'Israele sia uno degli esempi più belli di quanto intenso sia il potere dell'amore, là dove avviene l'incontro tra amante ed amata come è tra il Popolo Ebraico e la Terra d'Israele. Per me è fondamentale difendere questo amore e combattere contro chiunque cerchi di interromperlo, delegittimarlo, abbruttirlo, avvilirlo.

Perché quindi non scrivere, non dire? Perché sono stata colta da questo senso di vuoto improvviso? Perché non riesco neppure a sentire la rabbia?

Non è semplice guardarsi dentro, non è semplice rinunciare ad un motore così forte come la rabbia e l'indignazione. Non è semplice soprattutto ascoltare il proprio vuoto, la propria inazione e chiedere di comprenderla, accoglierla così da poterla trasformare. Trasformare in una nuova forza, in una differente energia, in uno sguardo che possa restituirmi un modo ed un senso nuovo d'essere qui.

Non riesco a parlare degli attentati perché non li capisco e non li capisco perché non mi appartengono, così come sento essere per la maggior parte degli israeliani che fa del proprio ostinato vivere la quotidianità la più potente arma contro il terrorismo.

Non li capisco e non li conosco perché non li voglio conoscere, posso imparare ad affrontarli, posso imparare a comprenderli strategicamente come se stessi giocando a risiko ma non voglio conoscerli nel senso che non voglio che penetrino in me.

Non voglio che penetrino in me perché quell'odio radicale, quell'amore per la morte è qualcosa che non fa parte della mia vita, della mia tradizione, della mia cultura!

Mi sono bloccata nel silenzio perché ho temuto che, per capire e combattere, fosse necessario comprendere, nel senso di fare entrare dentro di me, la loro essenza. Mi sono azzittita perché ho riconosciuto negli attentatori e nelle attentatrici esseri umani come me, ed in quanto tali creature dello stesso creatore ed allora mi sono dovuta chiedere se in me, in una parte oscura e profonda di me, potessero albergare simili sentimenti, potesse albergare anche soltanto l'idea di compiere gesti di una tale assurda gratuita crudeltà. Dentro di me può albergare l'idea che uccidere un essere umano come me possa essere un gesto eroico? Sono un essere umano come loro, posso quindi arrivare ad uccidere così?

Ho ascoltato per settimane il dolore che questi pensieri mi hanno causato, l'ho sentito svilupparsi dentro di me, come un male incurabile. L'ho tenuto accanto, mentre lavoravo, mangiavo, dormivo, parlavo, guidavo... mi sono fatta attraversare da questa dolorosa consapevolezza d'essere umana e terribile anche io.

Mi sono lanciata in una corsa lenta, sulla riva di un fiume potente e trasparente, mi sono fatta incontro alle montagne, il vento ed il sole si sono contesi carezze sulla mia pelle. Ho continuato a correre finché le gambe mi hanno retta, saltando sui ciottoli, salendo e scendendo, leggera sulle punte, la terra elastica ed amorevole mi ha sostenuta, supportata ed accolta, lasciandomi volare leggera ad ogni passo. Mi sono dimenticata la ragione per cui avevo iniziato a correre ma mi sono accorta che la mia bocca sorrideva, che le persone che mi incrociavano mi salutavano.

Sono tornata indietro colma di tutto questo amore, con una grande felicità nell'anima ed in ogni singola fibra del mio corpo ed ho capito che io non sono capace di comprendere e non lo voglio fare.

Se i terroristi arabi ed i loro mandanti vogliono continuare a coltivare l'odio e la morte, la rabbia cieca ed ingiustificata, noi ci difenderemo perché amiamo la vita ma non lasceremo che ci il loro odio, la loro rabbia,la loro sete di morte ci contaminino.

E' possibile affrontarli senza bisogno di imparare il loro modo di adorare la morte, capire per non lasciarsi coinvolgere, per combatterli, per continuare a vivere. Capire che sono essere umani come me che hanno fatto e fanno una scelta diversa da quella che ho fatto e faccio io ogni giorno. Capire che il fatto di riconoscere che sono esseri umani come me non significa che io posso diventare come loro, io, noi, possiamo scegliere di essere diversi, di amare la vita. Di difenderci senza farci attraversare dai sentimenti che hanno scelto di coltivare loro. Si tratta di scegliere ed ogni giorno in cui scelgo la vita, complicata, dura, feroce, spaventosa, unica, inestimabile comprendo che chi si avventa contro una persona a terra trafiggendola ferocemente con un coltello, chi investe una donna con la carrozzina, chi scarica pietre o pallottole su di una macchina che si trova a passare sta scegliendo di coltivare l'odio, la rabbia e la morte, chi fa questo è un codardo, un pavido che non è capace di vivere e di scegliere la vita per sé e per tutti gli esseri viventi del mondo!

Chiunque nei secoli che abbiamo attraversato abbia deciso di comprendere l'odio che legittima lo sterminio, il terrorismo, l'uccisione brutale lo ha alimentato e lo stesso sta facendo ora quando si astiene dal condannare risolutamente il terrorismo arabo che colpisce il popolo d'Israele o quello che sgozza cristiani, ebrei e mussulmani o quello che li finanzia.

Perché il mondo divenga un posto migliore di quello che abbiamo trovato, per le prossime generazioni, occorre alimentare l'amore, la vita, il rispetto, la condivisione.

Si può scegliere, ogni giorno, in ogni momento, basta avere il coraggio di sorridere alla vita, avere il coraggio di scegliere la vita!

Ariel Shimona Edith Besozzi

#arielshimonaedithbesozzi #edithbesozzi #articolo #terrorismo #Articolo #correre

7 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Scelgo la vita

bottom of page