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  • Ilaria Ester Ramazzotti

Milano festeggia Yom Ha'Azmaut. Amore e disinnamoramento per Israele protagonisti della mattina


Ariel Shimona Edith Besozzi (al centro), con il suo editore Guido Guastalla (a destra), e il giornalista della Comunità Ebraica di Milano Roberto Zadik (a sinistra)


Incontro con Edith Besozzi, autrice del libro Sono sionista

Riporto il bellissimo articolo pubblicato su Mosaico (sito ufficiale della Comunità Ebraica di Milano)

La mattinata è poi proseguita con la presentazione di Sono sionista (pp 189, edito dalla casa editrice Belforte Editore di Livorno), libro di Ariel Shimona Edith Besozzi, che descrive il suo “atto d’amore” verso Israele, la sua relazione intima, sacra, feconda e illuminate, sgorgata dall’incontro con la terra d’Israele e culminata nella riaffermazione della sua identità di donna ebrea e sionista. “Si tratta di una relazione viscerale e uterina, di un incontro fra il corpo e la terra”. Una presentazione svolta da Roberto Zadik, giornalista dei media della Comunità Ebraica di Milano, sviluppatasi in un dialogo schietto attorno al volto, alla vita, alle caratteristiche, ai paesaggi israeliani, colti e raccontati in un libro che non si esaurisce in una affascinante autobiografia, ma racconta un percorso di vita che è insieme personale e condiviso, che sfocia nella testimonianza e nella difesa dello Stato d’Israele.

Un “libro che nasce che dalla necessità, dell’anima e del cuore, di difendere Israele, che io amo profondamente – ha sottolineato l’autrice –, che con l’entusiasmo dell’innamorata ho voluto guardare con occhi pronti a filtrare qualunque cosa”. E parla di un amore vero, ci spiega, non solo di un innamoramento, ma di quell’amore che solidifica ogni vera storia d’amore, come traspare nello scorrere delle sue pagine, scritte spesso in modo differente per tono e per contenuto, ma sempre con “la voglia di comunicare al lettore questo amore quotidiano fatto di corpo, anima, pazienza, scelta politica”. Pagine che hanno altresì il dono della sintesi, ha detto Roberto Zadik, che tratteggiano un Paese osservato e vissuto anche alla luce di fatti di cronaca, dei conflitti, di prese di posizione di capi di Stato e istituzioni, delle relazioni intessute con l’Occidente e con l’opinione pubblica occidentale.

Interessante è inoltre l’analisi di Israele vista come una fusione fra mondo laico e religioso, in cui il sionismo politico non è separato da quello religioso. “Sono partita da un sionismo laico per poi scoprire quello religioso andando in Israele, incontrandola, e anche studiando. Ma penso che in realtà nell’ebraismo non esista la separazione fra il laico e il religioso, che rappresentano piuttosto delle introiezioni di categorie esterne all’ebraismo”, categorie estranee che in terra d’Israele non c’è bisogno di usare.

Colpisce la trasformazione dell’autrice, l’abbandono delle sue precedenti convinzioni e l’abbandono “degli antichi idoli”, come lei stessa li chiama descrivendo il suo passato, gli anni di impegno politico a sinistra, trascorsi coltivando assetti mentali e idee poi trasformate dall’incontro con quella “terra antica e giovane, proiettata verso il futuro e con antichissime radici nel suo passato millenario”, superando la vecchia politica per abbracciare un’etica di comportamento condivisa e condivisibile. “Un viaggio interiore dell’autrice che colpisce – evidenzia Zadik -, perché non è solo la difesa dall’esterno di un Paese, fatta con linguaggi formali, freddi o politici, ma una difesa dall’interno, di chi si sente sionista con sincerità e coraggio, fino a sfidare altre differenti posizioni. In una parte del libro Edith Besozzi parla per esempio del dovere di responsabilizzare i palestinesi”, senza trattarli con vittimismo.

Altra caratteristica del libro di Edith Besozzi è infatti la difesa pacata, ma al contempo ferma, delle ragioni di Israele, del perché dell’aggressività di alcuni contro Israele e di un certo finto pacifismo, molto guerrafondaio nei gesti e negli atti. Invece “tutti possiamo essere sionisti, ebrei o no, perché chi crede nella pace, nella modernità, nell’energia, nella voglia di andare avanti nonostante tutto, cose che Israele rappresenta, è già sionista di riflesso”, ha aggiunto Zadik. “Israele rappresenta un sogno che diventa realtà, precisamente il 14 maggio 1948, data che oggi festeggiamo, e un sogno che rimane sogno nella capacità di creare i sogni di chi la pensa, ne parla, la vede, uno Stato ‘magico’ che l’autrice descrive non tanto impuntandosi su questioni governative o discussioni politiche, quanto descrivendone la magia dei luoghi – ha continuato Roberto Zadik -, fra i quali il Kibbutz Nir Oz al confine con Gaza, luogo in cui “la vita prevale sulla morte”, o Tel Aviv, il Mar Morto e Gerusalemme.

A proposito del kibbutz, Edith Besozzi scrive che “Nir Oz mi ha insegnato che quando hai un lavoro in cui credi da compiere per una comunità che è la tua, sulla terra ostile che hai saputo rendere generosa con l’ingegno e con il lavoro, non ti lamenti, combatti la guerra più vera e creativa, con ogni singola cellula vivi”. E “Israele ogni volta mi lascia la pienezza di avere scoperto quanto viva posso essere mentre i miei piedi poggiano su di lei e nello stesso tempo mi insegna quanto l’assenza da lei può essere dolorosa. Imparo la vita, quella che altrove resta sempre incompleta; desidero ora trovare il modo di dirla”. Su Gerusalemme, luogo eletto per eccellenza, scrive invece che: “è bianca e azzurra, gialla e rosa all’alba, arancio blu al tramonto (…). La luce a Gerusalemme è unica e non si nasconde mai neppure la notte, accartocciate le parole grumose e gutturali dell’ebraico sono l’unico suono possibile dentro il vento che si leva rinfrescante come una carezza materna sul far della sera”. “Non posso” invece “dire Gerusalemme, le parole che conosco sono inadatte, posso soltanto continuare a ricordarla dopo averla a lungo cercata”. Luci, colori, suoni, parole, anche quelle cercate e non trovate, racchiusi nel libro in cui Edith Besozzi ribadisce: “Sono sionista”.

#IlariaEsterRamazzotti #RobertoZadik #GuidoGuastalla #arielshimonaedithbesozzi #SonoSionista

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