- Ariel Shimona Edith Besozzi
Il limite che non c'è

“Il limite che non c'è” di Andrea Budu Toniolo, un incontro importante. Non si tratta soltanto di un libro, si tratta di una finestra aperta sulla parte migliore dell'essere umano. Pare che Andrea, attraversando sé stesso nel corso del suo viaggio che lo ha condotto di corsa dal Veneto a Capo Nord, abbia incontrato la vita. Nel raccontarsi, con autenticità e semplicità, riesce a restituire il desiderio di andare incontro a sé stessi, ai propri sogni, ai propri desideri ma anche incontro alle persone, sconosciute per lo più, senza aspettative, senza pregiudizi. Pur sapendo la straordinarietà dell'impresa compiuta, non soltanto quella dell'intero viaggio, ma soprattutto quella quotidiana, quella che avviene soltanto se sei davvero determinato e se sei capace di scegliere e riscegliere una fatica grande concreta, vera, Andrea riesce a raccontare tutto come se fosse possibile per chiunque. La bellezza di questo giovane uomo sta proprio nella sua capacità di essere consapevole di sé, ma nello stesso tempo avere una tale grande fiducia nel genere umano da farti comprendere che anche tu se vuoi puoi. Magari non percorrere di corsa 4500 chilometri ma certamente compiere la tua esperienza straordinaria, trovare tu il tuo limite da conoscere e superare. Si tratta di una determinazione fatta di gentilezza, di cura, di pensiero, di poesia, di riflessione, di silenzio e solitudine ma anche di legami concreti e vivi, mantenuti nella distanza e nel tempo. Si tratta di una sfida interiore che non sarebbe tale se non fosse compiuta attraverso il gesto concreto del corpo, che corre, che mangia, che si lava, che ha freddo... esperienza concreta che si fa interezza ad incontrare l'anima. Un libro intimo, che potrebbe sembrare un diario, ma che si snoda in una narrazione in perfetto equilibrio tra il flusso di pensiero ed il racconto di un'avventura.
Quando ho incontrato Andrea non sapevo nulla della sua eccezionale impresa, è da relativamente poco tempo che sono entrata in contatto con la corsa dopo una vita sostanzialmente sedentaria. Mi ha mostrato il carretto che lo ha accompagnato attraverso l'europa, ed io non sono neppure riuscita a comprendere tanto mi sembrava incredibile. Ero forse anche intimidita dalla situazione in cui mi trovavo, mi stavo per confrontare con una corsa, piccolissima, ma per me prima di quel genere. Da subito mi ha colpito per la gentilezza, la disponibilità e l'autenticità, soltanto dopo, da lontano ho cominciato a capire che bella persona avevo avuto l'opportunità d'incontrare ed ho apprezzato anche la fortuna di avere ricevuto qualche piccolo consiglio da lui.
Ogni giorno, quando esco per allenarmi e mi sembra di avere compiuto un'impresa titanica nel avere completato i miei dieci chilometri quotidiani, mi rendo conto di quanto distante sono dalle svariate decine di chilometri che Budu percorreva (e percorre quando si allena) quotidianamente trainando anche il carretto, ma quello che sento non è di essere meno di lui, sento, grazie al suo modo di donare la sua esperienza, di stare affrontando il mio limite e di stare scegliendo quotidianamente di non fermarmi. La grandezza delle persone che compiono davvero qualcosa di importante sta proprio nell'insegnarti ad affrontare le paura, le pigrizie, la incertezze. La grandezza sta nel farti sentire che proprio scegliendo ogni giorno di lavorare per portare a termine il tuo obbiettivo, che nel mio caso è correre la maratona di Tel Aviv il 24 febbraio 2017, si cresce, ci si rafforza. Non soltanto fisicamente, soprattutto moralmente, emotivamente.
Ciò che rende importante questo libro è il fatto che insegna a scegliere di guardare a sé stessi ed alla vita con positività, aiuta a scegliere l'impegno, la serietà, il rispetto. Ma invita anche a ricercare il contatto con la natura, rivalutare la bellezza delle piccole cose che spesso diamo per scontate. Un libro che apre all'incontro con la parte migliore di noi stessi e con il resto del mondo, che, come uno specchio, ci mostra la propria parte migliore.
Grazie Budu.