La mia prima maratona, Tel Aviv, l'aria fresca della mattina, silenziosi andiamo attraverso il parco verso la partenza, il sole si sta levando. Partiamo, la musica abita il sorriso e la tensione dipinta sui nostri visi. La strada, la città, le dune erbose, il mare limpido ci porta verso Jaffa, e poi dentro le strade, attraversiamo l'accogliente abbraccio delle persone che pazienti aspettano il passaggio di noi che non siamo veloci. I bambini ai lati ci accompagnano per brevi tratti, le mani ad incontrare la nostra, il sorriso a spezzare la fatica e sospinge "il muro" oltre il traguardo. Sono un dolore unico ma neppure per un istante penso di fermarmi, non sapevo di poter scegliere con risoluta testardaggine la sofferenza del corpo per arrivare a me. Attraverso il traguardo per mano a mio marito, ci stringiamo felici. Ho attraversato il mio limite, sono completamente esausta ma colma di una consapevolezza nuova di cui non conosco il nome. Sono io, siamo noi, rinnovati e più vivi che mai

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