arielshimonaedith
Per me
Questa settimana prima di concedermi lo Shabbat ho un bell'allenamento da svolgere e domenica mattina ancora di più, poi non è finita, non sarà finita fino alla maratona e neppure dopo. Questa maratona è un obbiettivo, un percorso, un punto, un passaggio ma non smetterò di correre. Non smetterò perché la corsa è diventata una parte di me, perché correndo mi perdo e mi ritrovo, perché scopro di potere andare oltre e oltre è sempre un poco più in là. Questi giorni che mancano all'evento stanno divenendo per me assai meditativi, mentre la vita domanda sempre la sua dose di attenzione una parte sempre maggiore dei miei pensieri guarda a ciò che accade dentro di me, mi ascolto e perché questo non divenga tutto, mi concedo piccoli gesti di cura. Vado dal parrucchiere,

dall'estetista, prenoto un pranzo al ristorante con mio marito... Coltivo l'arte di rallentare e nello stesso tempo correre: qualcosa che passa attraverso l'ascolto di una piccola dose d'ansia crescente che resta utile soltanto se guardandola riesco ancora a sorridere con me. Il progetto di affermare la vita, la libertà e lottare contro l'antisemitismo correndo è serissimo, necessita del mio corpo, del mio equilibrio e della mia efficienza per darsi completamente non può che nutrirsi di riposo, pausa, preghiera, cibo, condivisione e soprattutto dell'amore che mi lega alla vita, a mio marito, ai miei cari e ad Israele. Shabbat Shalom!
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