arielshimonaedith
Non mi accontento
Aggiornamento: 13 nov 2020
Nel corso della settimana appena trascorsa, sono stata invitata, durante una lezione che stavo seguendo, a focalizzare la mia attenzione sul perché, sulla motivazione profonda per la quale sto seguendo questo corso, la motivazione per la quale ho scelto questa strada. L'invito è stato particolarmente perentorio, le prime risposte che ho dato non sono state ritenute accettabili, non potevo accontentarmi, ciò che ho detto rispondeva piuttosto a che cosa mi aspettavo accadesse, e non sarebbe stato sufficiente a motivare la fatica, l'impegno, la dedizione che questa attività richiede. Confesso d’essere stata un pochino infastidita da questa ostinazione, mi sono sempre chiesta il perché delle cose, spesso proprio la mia pervicacia nel voler capire mi ha reso fastidiosa creandomi non pochi problemi, quindi per quale motivo ora, questa donna, mi stava ponendo la questione in maniera così insistente? In che modo non stavo rispondendo? Che cosa significa rispondere davvero alla domanda: perché vuoi fare esattamente questa cosa? Perché ti vuoi occupare esattamente di questo?
Diciamoci la verità, quando una domanda di questo tipo arriva ad infastidirti probabilmente è perché tocca un nervo scoperto, quindi è necessario prestare la dovuta attenzione.
Nel frattempo attorno a me stava accadendo, sta accadendo, il mondo: di nuovo si stanno riproponendo misure, azioni, scelte relative all'esistenza del COVID-19 ed io mi sono chiesta: perché? Perché di nuovo? Ciò che viene detto e fatto a livello governativo è per il bene comune, è per la salute pubblica?
Ebbene io credo di no o meglio le scelte non vengono fatte rispondendo al perché profondo che dovrebbe muovere l'azione di chi ha scelto di governare.
Le scelte che vengono compiute stanno generando soltanto paura, tensione, povertà, aggressività e quindi stanno alimentando la malattia.
La necessità di comprendere le motivazioni profonde che mi stanno portando a dedicare la maggior parte del mio tempo, delle mie energie, con impegno, fatica, costanza, passione ma anche una certa dose di timore a questo lavoro ha fatto si che mi rendessi conto di quanto profondamente amo ciò che faccio, quanto, nonostante la fatica ed il dolore, mi fa stare bene scrivere, perché questo è il lavoro che ho scelto e che amo. Trascorro ore immersa in questa attività senza rendermene conto, la mia mente si appassiona così intensamente al mio lavoro è così totalmente immersa nella ricerca e nello studio da perdere il senso di sé.
Chiunque agisca, lavori, mosso da questa energia genera vita, speranza, forza, benessere perché quando si sta facendo esattamente quello che si desidera fare e lo si fa con l'intenzione di fare del bene, di fare bene, quando si dichiara che si sta lavorando, governando, per il bene pubblico ed è davvero questo il perché profondo che spinge, allora si è in grado di trasmettere e comunicare, di dimostrare, di coinvolgere e nessun sacrificio viene percepito come eccessivo.
Tutto ciò che questo governo comunica è sofferenza, sopraffazione, freddo disinteresse, irresponsabilità, violenza, noia… se il governare per il bene fosse la scelta, fosse il perché profondo che muove queste persone, l'energia della comunicazione e dell'azione sarebbe forte e positiva, coinvolgente, appassionata, vera, empatica, se così non è significa che il perché, la motivazione delle scelte, è tutt’altro.
Sono certa sia possibile governare perché si sceglie di farlo, perché si ha a cuore il bene comune, per farlo è necessario essere capaci di sognare un mondo migliore, crederci ed agire come se fosse già qui, lavorare duramente con impegno dedizione ed entusiasmo, per questo non mi accontento di nulla di meno di questo.

Foto mia